Settori di attività

Coperture

In base ai materiali utilizzati per il manto le coperture sono così raggruppate:

Coperture discontinue
Il manto è effettuato con vari materiali che, grazie al modo in cui sono collegati e alla loro pendenza, assicurano la tenuta dell’acqua.

Le coperture discontinue sono a loro volta ripartite in:

  • coperture di tegole in laterizio (embrici, coppi, Tegola marsigliese);
  • coperture di tegole in cemento;
  • coperture di lastre in fibrocemento;
  • coperture di lastre in pietra (lose, beole, chianche, tetti in ardesia liguri);
  • coperture di lastre di legno (scandole);
  • coperture di lastre di materie plastiche;
  • coperture di tegole bituminose;
  • coperture di pannelli metallici coibentanti;
  • coperture di rame;
  • coperture di lamiere grecate di acciaio zincato, rame, alluminio, ecc,;
  • coperture di paglia;
  • coperture di canna lacustre.

Coperture continue
Il manto è attuato con elementi molto ampi congiunti insieme durante la posa in opera, in modo da assicurare la tenuta per qualsiasi pendenza. Le coperture continue sono divise in:

  • coperture impermeabilizzate a freddo;
  • coperture impermeabilizzate a caldo;
  • coperture impermeabilizzate con membrane sintetiche;
  • coperture impermeabilizzate con membrane bituminose.

 

In base alla pendenza le coperture possono essere suddivise in:

  • tetti a falde, costituiti da una o più falde con pendenza diversa a seconda dei materiali usati per il manto;
  • tetti piani, realizzati da pendenza minime ma commisurati per smaltire le acque.

 

Coperture mobili
Coperture generalmente per ambito industriale, agricolo o sportivo realizzate in acciaio zincato e ricoperto di un manto in pvc.

Sono coperture mobili:

  • capannoni indipendenti
  • magazzini mobili
  • tunnel retrattili
  • tettoie
  • coperture scorrevoli
  • Ogni tipologia a sua volta può essere mono o bipendenza.

 

Tetti a falde
Tetti a falde a Siena
La forma geometrica di un tetto, ossia della superficie di copertura di un edificio, viene determinata da una o più facce piane inclinate, dette falde o pioventi. Il tetto a falde piane è caratterizzato da alcuni elementi:

  • la linea di colmo, indica, in generale, una retta orizzontale di massima quota, che si ottiene come intersezione tra due falde inclinate del tetto;
  • la linea di gronda, indica, in genere, una retta orizzontale di minima quota che si ottiene come intersezione tra le falde inclinate con uno stesso piano orizzontale, detto piano d’imposta del tetto;
  • la linea di displuvio, l’intersezione inclinata di due falde ad angolo convesso (saliente);
  • la linea di compluvio, l’intersezione inclinata di due falde ad angolo concavo (rientrante).

Strutture portanti dei tetti a falde
La struttura portante dei tetti a falde può essere realizzata mediante varie soluzioni:

  • orditura in legno strutturale;
  • capriata e profilati in acciaio;
  • capriata e pannelli di calcestruzzo armati precompresso;
  • solai di calcestruzzo armato.

 

Capriata e profilati in acciaio
Le capriate ed i profilati in acciaio possono avere forme diverse a seconda della conformazione delle falde e delle luci da coprire. I tipi più comuni sono le capriate semplici, quelle alla Polenceau e quelle a shed, realizzate in forma di trave reticolare. L’alta resistenza, la sicurezza dell’acciaio e la sua leggerezza rispetto ad altri sistemi, conferiscono all’insieme molti vantaggi strutturali ed economici.

Pendenza delle falde
Si può dire che la differenziazione tipologica in ordine ai diversi valori delle pendenze è derivante essenzialmente dal carico dovuto a precipitazioni nevose. Altro parametro da tenere in considerazione per la determinazione della pendenza di un tetto a falde è il materiale impiegato per il manto di copertura. L’esperienza consente di affermare come normali pendenze quelle comprese tra il 30% e il 45%.

Isolamento termico dei tetti a falde
Tutte le superfici dell’edificio interagiscono termicamente con l’ambiente circostante, ma è soprattutto il tetto ad incidere sugli scambi termici complessivi della costruzione. Oggi è possibile ridurre questi scambi indesiderati (dispersioni termiche invernali, surriscaldamento estivo) isolando termicamente il tetto con materiali specifici. Per quanto riguarda l’isolamento termico del tetto occorre fare una distinzione tra:

Per la protezione dal calore estivo è opportuno tenere presente che sono due i fattori più importanti, l’inerzia termica della copertura e l’eventuale ventilazione della falda.
Al fine di avere una elevata inerzia termica e quindi una bassa trasmittanza termica periodica Yie, è utile innanzitutto impiegare per la copertura una struttura portante pesante, in laterocemento o C.A. In secondo luogo utilizzare materiali coibenti a base di legno, fibre o il sughero poiché hanno una bassa diffusività termica (conducibilità termica / densità x calore specifico).

La ventilazione della falda può essere ottenuta con appositi pannelli preformati, dotati di camera d’aria ventilata (soluzione più efficiente) o sollevando le tegole (o comunque lo strato di finitura del esposto agli agenti atmosferici) dalla struttura sottostante con elementi realizzati in opera (generalmente una doppia orditura in legno). Riveste grande importanza anche l’uso di elementi di chiusura sul colmo e in gronda che permettano un elevato passaggio di aria, naturalmente senza compromettere la protezione dagli agenti atmosferici.

Nel caso invece dell’isolamento termico di sottotetti non abitabili, con copertura isolata e ventilata, lo strato di isolamento può essere applicato sull’estradosso del solaio di copertura dell’ultimo piano dell’edificio. Si è soliti gettare un massetto di alcuni centimetri sopra l’isolamento per rendere agevole l’utilizzo del piano sottotetto. Possono utilizzarsi anche listoni in legno tra i quali inserire coibente a bassa densità e richiudere il tutto con tavolato.

Canali di gronda
Per lo smaltimento e la raccolta delle acque piovane sono usati i canali di gronda, posati in opera con una pendenza capace di trasferire l’acqua in canali di discesa, chiamati pluviali. I canali di gronda possono essere realizzati in vari modi:

canali di gronda di lamiera zincata, acciaio inossidabile e rame. La sezione più usata in questi casi è quella semicircolare poiché le altre comportano un maggiore impiego di materiale e una maggiore difficoltà di collegamento;
canali di gronda formati da cornicioni di calcestruzzo armato, spesso rivestito di uno strato impermeabilizzante;
canali di gronda in PVC, composti da un elemento di testata e un elemento di giunzione. I pluviali possono essere realizzati con tubazione di lamiera zincata, acciaio inox e rame ma anche in materiali plastici. Possono anche essere installati all’esterno delle facciate o all’interno delle pareti perimetrali.

Strato di isolamento termico
Strato termoisolante di un tetto
Lo strato termoisolante può essere posizionato in diversi modi rispetto agli altri strati:

  • tetto freddo: caratterizzato da un’intercapedine disposta tra lo strato impermeabilizzante e lo strato di isolamento. Questa intercapedine consente di smaltire il vapore attraverso delle aperture poste ai lati della copertura migliorando il comportamento del tetto all’inerzia termica. Questo tipo di tetto è molto costoso e necessita di una progettazione attenta.
  • tetto caldo: è lo strato isolante compreso tra la barriera al vapore e lo strato di impermeabilizzazione. È una soluzione più semplice del tetto freddo ma richiede maggiore attenzione poiché l’impermeabilizzazione è particolarmente esposta ai raggi del sole e all’accumulo di calore.
  • tetto rovescio: lo strato isolante è posizionato sopra lo strato di impermeabilizzazione. Non serve la barriera al vapore poiché tale funzione viene svolta dallo strato impermeabilizzante; è però necessario l’impiego di un materiale isolante insensibile al gelo e all’acqua. Ad esso si sovrappone uno strato di ghiaietto sia per l’irraggiamento solare che per le precipitazioni atmosferiche.

Tetto piano non isolato
Permette l’utilizzo di tecnologie molto semplici. Si usa normalmente per locali non riscaldati di varia destinazione, quindi per strutture non adibite all’accoglienza di persone.

Tetto piano isolato
Utilizzato a protezioni di locali abitati, deve garantire un buon isolamento termico.

Prima di tutto bisogna costruire un cordolo perimetrale (F) in calcestruzzo per contenere tutto il pacchetto ventilazione, avendo l’accortezza di lasciare dei fori di 80 mm. (A) sui lati perpendicolari alla ventilazione. I fori naturalmente andranno protetti con una rete di protezione. Sul solaio esistente si fissano delle traversine in lamiera zincata (H) di dimensioni 170×70 e spessore 0,8 mm. con un interasse di 70 cm. come da particolare (D). Tra queste ultime si inserisce dell´isolante composto da pannelli in poliestirene estruso da 60 mm. densità 35 (I). Al di sopra delle traversine va poggiato in senso perpendicolare un tavolato in pino marino con spessori da 20 a 30 mm. (C) bullonato sulle traversine. Infine sul suddetto tavolato va steso un pannello da spessore 30 mm. in polistirene estruso a cellule chiuse densità 35 kg/m3 (E) con supporto superiore catramato per poter permettere successivamente la posa della guaina bituminosa per completare l’opera.

Bocchettoni di scarico
Oltre alla scelta del materiale dei pluviali, bisogna prestare attenzione alle pendenze in prossimità dell’imbocco ed alla posizione dei pluviali rispetto ad elementi verticali. Le contropendenze in prossimità dell’imbocco, generate dell’ispessimento delle sovrapposizioni tra il manto e l’imbocco, provocano ristagni d’acqua, che accelerano il deterioramento del manto. Per evitare il problema, la zona di imbocco (compresa l’area di sovrapposizione) deve essere situata ad un livello inferiore alla quota minima della pendenza.

L’illuminazione attraverso coperture piane
L’illuminazione naturale attraverso le coperture viene solitamente preferita a quella data dalle finestrature in quanto permette di fornire illuminazione anche all’interno del capannone industriale, senza venir bloccata dall’ombra prodotta da eventuali macchinari. L’illuminazione naturale, che deve essere opportunamente schermata permette di guadagnare anche ore di luce diminuendo l’uso di sistemi artificiali. Alcuni tipi di sistemi di illuminazione:

Requisiti delle coperture
Tenuta all’acqua
Una copertura deve risultare impermeabile all’acqua e resistente ai carichi (vento, neve, carichi accidentali, ecc.) onde evitare l’insorgere di situazioni termoigrometriche critiche. Tali situazioni come infiltrazioni che si possono verificare per capillarità o causa il ciclo gelo disgelo, se non verificate, possono comportare condensazioni in superficie o negli strati che compongono la copertura stessa. Molto importante è anche la manutenzione del manto e gli elementi di completamento.

Trasmittanza termica
L’isolamento delle coperture è essenziale per ridurre la dispersione termica, specialmente nel caso di costruzioni monopiano, comportando notevoli economie di esercizio e sensibili vantaggi in termini di comfort abitativo. Bisogna anzitutto distinguere fra isolanto invernare ed estivo, poiché un isolamento, come ad esempio un semplice pannello di polistirene estruso, può essere efficace alle basse temperature ma assolutamente inutile nel difendere il sottotetto dal calore estivo. L’isolamento del tetto svolge anche una funzione protettiva nei confronti della struttura, soprattutto quando questa è in legno. Nel periodo estivo per ottenere un buon isolamento bisogna considerare due fattori principali: avere una bassa trasmittanza termica periodica Yie, valore che indica la trasmittanza nell’arco della giornata e avere una buona ventilazione della falda, quest’ultima possibile solo con le coperture inclinate. Per avere una bassa Yie è necessario avere una struttura portante del tetto più pesante possibile (C.A. o laterocemento) e utilizzare un materiale coibente che abbia una bassa diffusività termica (conducibilità termica / densità x calore specifico, come ad esempio i materiali coibenti a base di legno o fibre o il sughero. Per effetto delle radiazioni solari la temperatura superficiale all’estradosso del manto di copertura può risultare superiore alla temperatura dell’aria esterna anche di 10-30 °C in funzione del calore del manto. Di conseguenza il salto termico effettivo tra l’interno e l’esterno della copertura è molto elevato. Ciò fa ulteriormente aumentare la temperatura interna dell’edificio a causa della trasmissione di calore che può avvenire attraverso il tetto nel caso non sia presente un buon isolamento termico. La ventilazione del tetto riduce notevolmente questi fenomeni, mentre l’aumento di Yie li rallenta al punto che il calore non riesce ad arrivare all’interno prima del periodo notturno, quando il calore comincia comunque a disperdersi, questo è il motivo per cui strutture antiche, non isolate ma con un involucro molto pesante come le chiese, sono molto fresche d’estate.

Migliorando l’isolamento termico delle strutture di un edificio esistente si ottengono sensibili riduzioni dei consumi di combustibile nel riscaldamento invernale e quindi nella gestione dell’impianto. Tra i possibili interventi per isolare termicamente esistono sostanziali differenze nei costi e nel risparmio ottenibile in termini di consumi energetici. In particolare le dispersioni attraverso un tetto non isolato possono rappresentare più del 25% delle dispersioni totali di un edificio.

Reazione al fuoco
Fermo restando il rispetto delle caratteristiche di resistenza al fuoco delle strutture portanti e separanti stabilite dal D.M. 9 aprile 1994 in funzione dell’altezza antincendio dell’edificio, è consentito che gli elementi strutturali della copertura, qualora non collaborino alla statica complessiva del fabbricato ma debbano garantire unicamente la propria stabilità, abbiano caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate alla classe dei locali immediatamente sottostanti, con un minimo di R 30, indipendentemente quindi dall’altezza del fabbricato. Quanto sopra potrà essere realizzato a condizione che la situazione al contorno escluda la possibilità di propagazione di un eventuale incendio ad ambienti o fabbricati circostanti; in tale evenienza (come ad esempio nel caso di adiacenza con edifici di maggiore altezza) dovranno essere attuate idonee misure di sicurezza atte ad impedire la propagazione dell’incendio.

Circolazione dell’aria
La libera circolazione dell’aria, dalla linea di gronda al colmo, assicura:

lo smaltimento dell’eccessivo calore causato dall’irraggiamento estivo
una maggiore durata dei coppi o delle tegole grazie al mantenimento di condizioni di temperatura ed umidità simili.

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Costruzioni

Work in progress.

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Lattonerie

Work in progress.

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Rivestimenti

Work in progress.

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